Libera Università delle Donne SEMINARI 2021-2022
Artemisia Gentileschi
Seminari 2021-2022 Primo ciclo di tre incontri a cura di Lea Melandri Tema generale dei tre seminari del ciclo 2021/2022
1° Seminario – MATERINITA’ FEMMINISTE Sabato 23 ottobre 2021, ore 14.30/18.00 L’occasione del primo incontro è l’uscita di “Emme Effe. Maternità femministe”, numero monografico della storica rivista DWF interamente dedicato a un tema, la maternità, che paradossalmente rischia di diventare un tabù per le ultime generazioni di donne impegnate nei gruppi e nei collettivi femministi. Intervengono: Sandra Burchi, Federica Castelli, Eleonora Cirant, Chiara Collini, Chiara Martucci Sandra Burchi lavora come ricercatrice e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente le questioni di genere, il lavoro e la precarietà, con un focus sull’esperienza del lavorare da casa nelle professioni della conoscenza. Attualmente si occupa di nuove emigrazioni e di migrazioni qualificate. Da sempre interessata alla teoria femminista, ha collaborato con enti di ricerca e formazione attivi sul tema della politica e della vita delle donne progettando inchieste, percorsi di ricerca e di ricerca-azione. Federica Castelli è redattrice di «DWF – Donnawomanfemme» con cui ha iniziato a collaborare dal 2009. Dallo stesso anno fa parte della redazione di IAPh Italia, sezione italiana dell’Associazione Internazionale delle Filosofe. Attualmente è assegnista di Ricerca in Filosofia Politica presso l’Università Roma Tre, dove è anche coordinatrice del Master Studi e Politiche di Genere. Ha fatto parte dei collettivi femministi “Femministe Nove” e “Diversamente Occupate” e del gruppo “Verlan”. È autrice di Comunarde. Storie di donne sulle barricate (2021, Armillaria), Lo Spazio Pubblico (2019, Ediesse), Il pensiero politico di Nicole Loraux (Iaph Italia, 2016), Corpi in rivolta. Spazi urbani, conflitti e nuove forme della politica (Mimesis, 2015). Eleonora Cirant è documentalista all'Unione femminile nazionale di Milano. Giornalista, laureata in filosofia e studente di antropologia, ha pubblicato libri e articoli sulle scelte riproduttive dal punto di vista dell'intreccio tra personale e politico, tra cui Una su cinque non lo fa. Maternità e altre scelte (FrancoAngeli, 2012). Chiara Collini è un* giovane non più giovane che vorrebbe sette vite in una. Vive e lavora tra le pagine dei libri ed è uno dei gangli della collettiva transfemminista queer Ambrosia. Un figlio la sfida ogni giorno a pensare al futuro ed essere migliore. Chiara Martucci, docente e ricercatrice esperta in tematiche di genere e intercultura. Dai primi anni Duemila è attiva in ambito femminista con una riflessione – individuale e collettiva – sulla precarietà di vita e lavoro, a partire dalle esperienze e ambivalenze personali lette in relazione alle trasformazioni delle realtà e degli immaginari contemporanei. I suoi principali interessi sono relativi al dibattito filosofico-politico sui concetti di eguaglianza e libertà e alle nuove forme di inclusione ed esclusione dalla cittadinanza nelle società multiculturali. È autrice della monografia Libreria delle donne di Milano. Un laboratorio di pratica politica (FrancoAngeli, 2008) e curatrice, insieme a Gaia Giuliani e Manuela Galetto, del volume L’amore ai tempi dello Tsunami. Affetti, sessualità, modelli di genere in mutamento (Ombre Corte, 2014).
Video a cura di Anna Novellini e Liliana Moro
2° Seminario VERSO UNA COMUNITA' DELLA CURA
Sabato 13 NOVEMBRE 2021, ore 14.30/18.00
L’oppressione di genere relega le donne al lavoro di cura in forma privata tra le mura di casa della famiglia mononucleare, eterosessuale, monogamica, bianca. Organizzare comunità di cura diviene uno strumento per costruire un’alternativa concreta all’isolamento delle donne nel lavoro domestico, attraverso una redistribuzione della cura sul piano pratico, mentale e psicologico a una dimensione collettiva che inaugura un legame sociale imprevisto tra quelli che il Manifesto della cura definisce “estranei come me”. Su queste premesse, non si tratta di assumere il concetto di comunità come politicamente neutro, ma come terreno di battaglia concettuale che da una prospettiva femminista specialmente inscritta nella storia delle lotte del Sud del mondo, ne affermi i presupposti materiali e teorici non già in un identitarismo statico, ma nelle pratiche aperte di resistenza. A permettere la costruzione di comunità di cura, teorizzano le autrici del Manifesto, sono le pratiche del mutuo soccorso, la condivisione di risorse, la democrazia di prossimità, gli spazi beni comuni. Si tratta infatti di comprendere non solo in termini relazionali ma anche spaziali come ripensare la cura a partire dagli spazi in cui le comunità prendono corpo. al di fuori dunque tanto dallo spazio domestico privato quanto da quello pubblico plasmato dall'imposizione alla reciproca indifferenza da una parte o dalla logica del servizio assistenziale, verticale, passivizzante. Spazi beni comuni come l’Asilo Filangieri di Napoli o la casa delle donne Lucha y Siesta coniugano il ripensamento giuridico degli spazi per le comunità di cura in termini di beni comuni e un orizzonte di “depatriarcalizzazione” delle pratiche politiche. Su queste basi non è solo un’alternativa pratica a prendere forma, ma un ripensamento della cura e dei suoi soggetti nell’ordine simbolico. Allo stesso tempo il mutualismo e la democrazia di prossimità ci permettono di ripensare le modalità di organizzazione delle comunità di cura, dove prima ancora del cosa è il come ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento e rivoluzionato. Il mutuo aiuto è infatti fondamentale per uscire da una concezione paternalistica della cura come assistenzialismo, che nel microcosmo delle relazioni intime come nel macrocosmo dei rapporti fra Stato e individui (ad es. attraverso un sistema di welfare) non punta a creare autonomia ma rapporti di dipendenza. Il mutualismo, invece, permette di dare forma concreta - anche economica, se necessario - a quell’interdipendenza che è uno dei cardini del Manifesto, presupposto del discorso ma anche obiettivo finale. La democrazia di prossimità, invece, è l’elemento che riscrive i rapporti gerarchici e le relazioni di potere nell’organizzazione e nella gestione delle risorse, materiali e immateriali, all’interno delle comunità di cura, in un’ottica di sperimentazione continua ancora tutta da indagare. Intervengono: Gaia Benzi, Francesca Coin, Carla Maria Ruffini, Marie Moïse
Francesca Coin insegna sociologia all'Università di Lancaster. Si occupa di diseguaglianze. Collabora con Internazionale ed è redattrice della rivista Jacobin Italia. Marie Moïse è PhD in filosofia politica, redattrice della rivista Jacobin Italia. Traduttrice militante, ha curato per la collana Feminist di Edizioni Alegre la traduzione del "Manifesto della cura" di The care collective (2021). Attivista dello spazio RiMake bene comune a Milano si occupa di progetti di mutuo soccorso per la condivisione del lavoro di cura. Carla Maria Ruffini insegna presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna. E' attivista femminista e transfemminista, fa parte del Movimento Non Una di Meno e collabora con il gruppo sulla Depatriarcalizzazione della Reta nazionale dei Beni Comuni Video a cura di Anna Novellini e Liliana Moro 3° Seminario Il mondo della cura - La cura del mondo
La cura del mondo Sempre a partire dal “Manifesto della cura”, questo incontro chiude il ciclo di seminari soffermandosi sulla dimensione della cura del mondo. Che cosa significa ripensare la cura fuori dalla sfera privata e dal ruolo di 'naturale' destino femminile, in chiave di responsabilità collettiva che coinvolge umani e non umani? Quali sono le implicazioni di questo passaggio sul piano dell’etica, dell’economia, della politica? E che ruolo possono avere Stato, mercato e movimenti sociali in questo processo? La centralità che la cura ha acquisito di recente nella ricerca e nell’attivismo richiede un’analisi delle sue ambiguità e dei suoi limiti, come anche delle potenzialità ancora da sviluppare. In questo quadro, il seminario propone una riflessione sui temi della vulnerabilità e dell'interdipendenza - quanto mai urgenti nel contesto della pandemia; sottolinea l’importanza di prospettive ecofemministe e intersezionali e l'urgenza di tenere insieme lavoro, migrazioni, ecologie e tecnologie, come elementi che si intrecciano negli ambiti della cura. Introduce e coordina Lea Melandri Intervengono: Maddalena Fragnito, Sabrina Marchetti, Giorgia Serughetti, Miriam Tola
Maddalena Fragnito è artista, attivista e ricercatrice. Co-autrice dei libri “Cure Ribelli” (2019) e, con Miriam Tola, “Ecologie della cura. Prospettive transfemministe” (Orthotes, 2022). Collabora ai progetti Pirate Care e Institute of Radical Imagination. Sabrina Marchetti si occupa di migrazioni, lavoro e movimenti sociali, in una prospettiva femminista intersezionale e postcoloniale. Insegna sociologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha da poco pubblicato “Global domestic workers: intersectional struggles for rights” (Bristol UP) con Giulia Garofalo Geymonat e Daniela Cherubini. Giorgia Serughetti è ricercatrice in Filosofia Politica all’Università di Milano-Bicocca. Si occupa in chiave di genere di teorie della democrazia e del populismo, politica della cura e giustizia sociale. Autrice di “Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia” (Laterza, 2021), “Democratizzare la cura / Curare la democrazia” (Nottetempo, 2020). Miriam Tola insegna Environmental Humanities presso Università di Losanna. Conduce attività di ricerca sulle intersezioni tra rapporti di genere, razza e politiche della natura. Co-autrice di “Ecologie della cura. Prospettive transfemministe” (Orthotes, 2022). a cura di Anna Novellini e Liliana Moro
* La partecipazione è aperta alle socie 2022 della Libera Università delle Donne di Milano I Seminari si terranno online perciò sarà necessario iscriversi scrivendo a : universitadonne@gmail.com ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Molteplici stanze. Con questo ciclo di dialoghi intendiamo proporre un’analisi storica , a partire dagli ultimi decenni dello scorso secolo fino alla contemporaneità, dei rapporti, altalenanti, convergenti e talvolta faticosi se non conflittuali, tra i femminismi e i movimenti delle minoranze sessuali e di genere. Lo faremo attraverso testimonianze, narrazioni, interpretazioni critiche affidate a diverse generazioni, con lo scopo di disegnare, per quanto possibile, una storia in divenire che, al di là delle criticità indubbie e che al momento segnalano problematiche e aspri confronti, si sviluppa nella capacità dei diversi movimenti femministi di trasformarsi, acquisire nuove culture e analisi intersezionali sconosciute al passato, e le direzioni che il composito panorama LGBTQIA+ va prendendo, anche frazionandosi nelle differenti componenti, e che segna comunque uno sviluppo di attenzioni e rispetto verso le diverse realtà, visioni e modi di essere nel mondo che – a nostro parere – avviano a forme di vita ed etiche nuove. Gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria Antigone e la Casa Editrice Asterisco. Coordinano Barbara Mapelli, Alice D’Alessio e Mauro Muscio
![]() sabato 19 febbraio 2022 , ore 14.30/18.00 sabato 19 marzo 2022 , ore 14.30/18.00 Lorenzo Bernini Registrazioni video
sabato 9 aprile 2022 , ore 14.30/18.00 Raffaele Bellandi
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Seminari 2020-2021 Primo ciclo di tre incontri a cura di Lea Melandri Tra privato e pubblico, casa e città: confini che saltano, cambiamenti che la pandemia ha reso più evidenti e necessari,
I Seminari si terranno online sulla piattaforma Zoom perciò sarà necessario iscriversi in precedenza scrivendo a : universitadonne@gmail.com
1° SEMINARIO Venerdì 18 Dicembre 2020 ore 18 Femminismo e città. Pratiche e proposte per rigenerare la polis. Il rapporto che esiste tra pubblico e privato, tra casa e città, a partire dai soggetti che abitano è da molto tempo al centro delle riflessioni e delle pratiche delle donne. Nel corso dell’incontro ripercorreremo progetti e politiche innovative suggerite da uno sguardo di genere sullo spazio/tempo urbano a partire degli anni Settanta fino ai tempi più recenti, dando voce ad esperienze che, come spesso succede nell’andamento carsico dei femminismi, sembrano essere state archiviate troppo rapidamente. Intervengono: Gisella Bassanini, Eleonora Cirant Introduce: Lea Melandri Le relatrici Eleonora Cirant Gisella Bassanini Registrazioni video a cura di Anna Novellini
2° SEMINARIO sabato 16 gennaio 2021 ore 15 - 16.30 Il corpo, la fragilità, la cura: nuove relazioni e nuove forme di abitare la città Un incontro (spesso) mancato, la relazione fra ambiente e persone fragili. Intervengono: Piera Nobili, Gianna Stefan e Graziella Civenti, Maria Zizza, Giovanna De Lucia Coordina e introduce: Lea Melandri Le relatrici
Piera Nobili Giovanna De Lucia Graziella Civenti e Gianna Stefan Maria Zizza Registrazioni video a cura di Anna Novellini
3°SEMINARIO sabato 30 gennaio 2021 ore 15 - 16.30
Intervengono: Lidia Cirillo, Marie Moïse, Maddalena Fragnito Coordina e introduce: Lea Melandri
La strage di persone anziane prodotta dalla pandemia ha reso visibile una condizione di esistenza spesso nascosta dal mito di una vecchiaia privilegiata, che gode degli ultimi diritti di una lontana stagione di lotte vincenti. E' comprensibile che femministe della terza o quarta età si siano impegnata sia in una critica del negazionismo sia in un tentativo di spiegare i problemi dell'ultima parte della vita, soprattutto nell'attuale contesto di crisi sanitaria, economica e ambientale. Bisogna anche ricordare che la teoria delle intersezioni comprende, tra le posizioni che determinano una condizione di esistenza, anche la generazione e non solo il genere, la razza e la classe. L'applicazione corretta dell'intersezionalità e una sua rielaborazione nel presente possono spiegare la convivenza dei luoghi comuni contraddittori a proposito della gerontocrazia e, all'opposto, della marginalità delle persone anziane. Le relatrici Lidia Cirillo Maddalena Fragnito Marie Moise Hanno partecipato alla preparazione dei seminari: Registrazioni video a cura di Anna Novellini
Secondo ciclo di due incontri a cura di Barbara Mapelli
Generazioni Due seminari di riflessioni, testimonianze e approfondimenti
1° SEMINARIO Coordinano Alice D’Alessio e Barbara Mapelli Partecipano Enzo Cucco, Marina Piazza, Valentina Pozzi, Alice Redaelli, Monica J. Romano Registrazioni video a cura di Anna Novellini
2° SEMINARIO Coordinano Alice D’Alessio e Barbara Mapelli Partecipano: Sara Gandini, Saura Effe (Laura Fontanella), Mauro Muscio
In realtà la vicenda che precede l’uso della parola intersezionalità e la postura critica che ne deriva, ha radici che si prolungano fino a qualche decennio fa, quando le femministe afro-americane si mobilitarono in una critica al femminismo bianco che si presentava, nella sua presunta universalità, come rappresentativo di tutte le donne. Il primo documento del femminismo nero americano – citato nel testo di Angela Davis Donne, razza e classe – è del 1977 e chiaramente propone una lezione, di cui Davis è stata tra le prime portatrici, che sta alle origini del termine intersezionalità e ne chiarisce il significato: qualunque movimento di liberazione, per essere veramente tale, deve tenere conto delle storie e delle stratificazioni di esperienze dei diversi soggetti in gioco. Quest’anno nei nostri seminari Alice e io vogliamo raccontare con le persone che verranno a narrarsi con noi, di un altro fondamentale intreccio, oltre a razza e classe, quello generazionale. D’altronde lei e io siamo un esempio chiaro, e voluto, di due punti di vista differenti, di esperienze legate senz’altro a vissuti diversi e soggettivi ma collocati senza dubbio e motivati anche dalla forbice d’età che ci divide. Come spesso ricordiamo anche pubblicamente io sono stata la sua prof all’università e quel che poi Alice ha scelto per i suoi percorsi di vita, studio e ricerca testimonia in tutte e due l’adesione a una frase che scrisse Maria Zambrano “la migliore fedeltà al maestro è continuare a pensare” (Per l’amore e per la libertà). E continuare a pensare, agire ed essere può, o forse deve, significare nel rapporto generazionale anche tradire, andare oltre e altrove. E a questo proposito ricordo un’altra frase che mi scrisse sempre una mia studentessa e che allora mi colpì come ora che la ritrovo scritta da lei e sulle pagine bianche iniziali di un testo che leggevamo insieme “l’eccentricità, il nomadismo interiore è ciò che auguro e maledico perennemente nella mia vita, che nei suoi tratti esteriori appare in realtà così tranquilla”. Un riconoscimento e una distanza al tempo stesso: la generazione più vecchia ha trasmesso alcuni strumenti che servono, anche, a metterla in discussione. Così nel movimento che si identifica - malamente e approssimativamente ma non abbiamo altro che io sappia – con l’acronimo LGBTQIA*, le esperienze e i saperi generazionali si intrecciano alle competenze legate all’essere minoranze sessuali, contribuendo ulteriormente alla complessità del prisma che rappresenta le varie comunità e i soggetti che ne fanno parte o non ne fanno parte. Dialoghiamo allora su questo intreccio, come sempre affrontando i temi che ci interessano attraverso le narrazioni dirette dei soggetti che li vivono, ne fanno esperienze biografiche e desiderano condividere riflessioni, tematiche di confronto. Per informazioni ulteriori: barbaramapelli13@gmail.com
Per la partecipazione all'intero ciclo di seminari è richiesta l'iscrizione all'Associazione almeno come simpatizzante (€20)
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